- E’ passato quasi un anno, ma l’articolo di Wolfang
Achatius, pubblicato su Die Zeit (ripreso, per noi, da Internazionale del
23 dicembre 2011) mantiene intatta
l’attualità e merita di essere “ripescato” e riproposto alla nostra attenzione.
Cifre alla mano, l’articolo prende avvio da alcuni dati
macro che caratterizzano la crisi di questi anni, per dimostrare che non è cosa
passeggera ma strutturale.
“Vi è,
indubbiamente “qualcosa che frena la macchina del capitalismo…e la causa non può essere legata a
un singolo paese, altrimenti questo periodo di stasi non si manifesterebbe
contemporaneamente, come oggi, in tanti paesi diversi. Cos’hanno in comune i
tedeschi, i francesi, i giapponesi e gli statunitensi? L’abbondanza.”
E basta entrare nei nostri supermercati, per vederli pieni
di ogni bene, con le persone che comprano, anche se un po’ meno rispetto al
passato. Ma “perché la macchina funzioni,
devono comprare di più, ogni anno. Solo che non è facile. I mercati sono
saturi… Siamo sazi”.
Interessante l’analisi terminologica dell’autore,