25 ottobre 2012

Un nobel che conferma e rivoluziona

- Notizia ancora fresca, anche se passata in fretta (forse eccessiva e, quindi, sospetta?) sulle pagine dei nostri giornali, quella riguardante il Nobel per la medicina: Giapponese, appena cinquantenne, il vincitore. Altra nota importante: il premio viene assegnato per una scoperta che risale a soli cinque anni fa. Come di re, che poco tempo è bastato per validarne la straordinaria novità che, di fatto, scombussola e scardina alcuni decenni di ricerca. La scoperta? aver scoperto che le cellule staminali adulte possono essere riprogrammate diventando pluripotenti (sono le cosiddette Ips, Induced Pluripotent Stem Cells): «Le loro scoperte - si legge nella motivazione del premio – hanno rivoluzionato la nostra comprensione del modo in cui le cellule e gli organismi si sviluppano», e senza dover ricorrere alle staminali ricavate da embrioni. Riportiamo di seguito l’intervista de “Il Sussidiario” ad Assuntina Morresi, docente di chimica fisica a Perugia e membro del Comitato Nazionale di Bioetica, pubblicata lo scorso 9 ottobre. 
Un Nobel inaspettato?
No, al contrario, di Nobel se ne è parlato fin da subito, da quando cinque anni fa Ian Wilmut, lo scienziato che ha fatto nascere la pecora Dolly, ha annunciato di abbandonare le ricerche sulla clonazione mediante trasferimento nucleare, per dedicarsi alla nuova strada trovata dallo scienziato giapponese Shinya Yamanaka.

23 ottobre 2012

Avere o usare?

- Su Internazionale del 13/19 gennaio 2012 troviamo un interessante articolo di Kerstin Bund, pubblicato dal tedesco Die Zeit, che prosegue e integra quanto detto da Wolfang Achatius, sempre sulle colonne di  Die Zeit che pure abbiamo riportato su questo blog. Diamo per “saltabile” la prima parte dedicata alle nuove modalità di scambio e fruizione di vestiti usati, che ci presenta una tendenza forse eccessivamente “di moda” e che già conosciamo.
Più interessante il resto dell’articolo, dedicato al concetto di “possesso” e all’esagerata dotazione di beni acquistati, accumulati e (non sempre) usati dagli appartenenti alla nostra società.
“L’epoca della proprietà sta finendo, è cominciata l’era dell’accesso”, profetizzava dieci anni fa l’economista statunitense Jeremy Rifkin nel suo saggio L’era dell’accesso.
“All’epoca il libro diventò un best seller, ma per molti Rifkin era un folle visionario” che oggi, invece, gode di ben altra stima e considerazione. Sempre secondo Rifkin “Sta cominciando una nuova era in cui useremo i beni per un periodo limitato di tempo e li metteremo in comune”, andando verso quella che chiama una  “rivoluzione collaborativa”

22 ottobre 2012

Consumatori o compratori?

- E’ passato quasi un anno, ma l’articolo di Wolfang Achatius, pubblicato su Die Zeit (ripreso, per noi, da Internazionale del 23 dicembre 2011) mantiene intatta l’attualità e merita di essere “ripescato” e riproposto alla nostra attenzione.
Cifre alla mano, l’articolo prende avvio da alcuni dati macro che caratterizzano la crisi di questi anni, per dimostrare che non è cosa passeggera ma strutturale.
“Vi è, indubbiamente “qualcosa che frena la macchina del capitalismo…e la causa non può essere legata a un singolo paese, altrimenti questo periodo di stasi non si manifesterebbe contemporaneamente, come oggi, in tanti paesi diversi. Cos’hanno in comune i tedeschi, i francesi, i giapponesi e gli statunitensi? L’abbondanza.”
E basta entrare nei nostri supermercati, per vederli pieni di ogni bene, con le persone che comprano, anche se un po’ meno rispetto al passato. Ma “perché la macchina funzioni, devono comprare di più, ogni anno. Solo che non è facile. I mercati sono saturi… Siamo sazi”.

Interessante l’analisi terminologica dell’autore,

19 ottobre 2012

Il medico, l'errore e noi

-Una domanda su tutte: possibile che si tratti sempre e solo di “malasanità” o con il neologismo sapientemente creato dai media si comprendono anche casi che rimandano semplicemente alla fragilità del nostro essere uomini e alla morte che è connaturata al nostro essere vivi?
E proviamo, allora, ad addentrarci un poco anche su questo terreno assolutamente tabù dei giorni nostri, nella consapevolezza di essere, noi uomini del mondo sviluppato, sicuramente dei fortunati, laddove si intenda misurare questa fortuna con la durata media della vita, ormai tranquillamente veleggiante oltre gli ottant’anni. Ma ciò non deve mai farci dimenticare che…

17 ottobre 2012

Uomini e animali

-Notizia di metà settembre: a Pistoia una neonata di due mesi è in fin di vita, dopo essere stata azzannata dal cane di casa, un Siberian husky che, fino allora, non avrebbe dato segni di aggressività. Riprendendo dalle cronache, veniamo informati che “la mamma si era voltata per chiudere la finestra… è bastato un attimo... il cane di casa ha azzannato la bambina alla testa... dopo un intervento durato cinque ore, i medici si sono riservati la prognosi”.Con tutto il rispetto per gli involontari protagonisti (umani) di questo agghiacciante episodio di cronaca, riportiamo qui di seguito una serie di estratti dai commenti apparsi sul blog “La riserva”, con evidenziate in neretto quelle parti che ci inducono a riflettere su quella che è ormai una perdita di confini tra noi (uomini) e loro (gli animali) che ci lascia più di qualche perplessità. 

Bioetica - introduzione

Le tematiche che vengono complessivamente ricondotte sotto l’insegna della “bioetica” rimandano alle domande fondamentali che ci riguardano come uomini e assumono contorni che, grazie alle meravigliose possibilità che scienza e tecnologia ci offrono, possono anche essere inquietanti.
Ma prima di affrontare uno qualsiasi dei molti argomenti che possiamo qui incontrare, vale la pena stabilire un minimo punto di partenza, che troviamo nella voce “bioetica” curata da Claudia Navarini Azzola per le “Voci per un dizionario del pensiero forte”, promosso dall’I.D.I.S. (Istituto per la Dottrina e l’Informazione Sociale), che riprendiamo integralmente e pubblichiamo qui di seguito, a cominciare dall’origine del termine, che sarebbe stato coniato dall’oncologo americano VR Potter nel 1970. Da allora tempo ne è passato e ulteriori notevolissimi progressi sono avvenuti. Ma l’attualità di allora è oggi pienamente confermata e, possiamo dire, ancor più stringente.

Claudia Navarini Azzola
1. Il problema e il termine
...Le nuove tecnologie conferiscono possibilità d’intervento dell’uomo sull’uomo e sull’ambiente mai viste prima e tali, per il potere che dischiudono, da richiedere regolamentazione e sorveglianza, sia in fase di ricerca che di utilizzo. Proprio a partire da una riflessione sui pericoli di autodistruzione dell’uomo per il delirio di onnipotenza biotecnologica, un oncologo dell’università del Wisconsin, Van Rensselaer Potter conia nel 1970 il termine "bioetica" in un’opera apparsa negli Stati Uniti d’America con il titolo Bioethics: A Bridge To the Future.